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giovedì 30 aprile 2015

Carta di Milano: tanti principi, ma quali azioni concrete?

CIWF Italia Onlus ritiene che la Carta di Milano, recentemente presentata dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina, sia un documento troppo generico, con alcune parti positive, ma con importanti lacune da colmare. Non delinea, infatti, un percorso chiaro e concreto di impegni e obiettivi per superare quelli che sono i principali ostacoli all'accesso a cibo sano e nutriente per tutti: gli attuali (e insostenibili) modelli di produzione del cibo, l'agricoltura e l'allevamento intensivi, i cui impatti negativi non vengono sufficientemente evidenziati.

Il documento, che per stessa definizione dei promotori sarebbe volto a richiamare "ogni cittadino, associazione, impresa o istituzione ad assumersi le proprie responsabilità per garantire alle generazioni future di poter godere del diritto al cibo", contiene buoni e condivisibili propositi, come la necessità di sistemi sostenibili, la tutela della biodiversità, la lotta alle diseguaglianze sociali. Non specifica, però, responsabilità e tempistiche precise nel creare e attuare modelli di consumo e produzione veramente sostenibili, capaci di garantire il diritto al cibo per tutti. E quali siano tali modelli. 

È necessario affermare con maggiore chiarezza nella Carta che il sistema attuale, fondato su agricoltura e allevamento intensivi, è insostenibile e porsi tra gli obiettivi inderogabili quello di risolvere una delle maggiori aree di perdita di cibo: alimentare animali allevati intensivamente con cereali che sarebbero sufficienti a nutrire 4 miliardi di persone, perdendo gran parte del loro valore calorico nella conversione in latte, uova e carne. Una perdita di cibo che potrebbe essere evitata tenendo gli animali al pascolo, dove possono convertire le erbe dei prati, in ciò che per noi è commestibile (carne, latte e uova), limitando, inoltre, il ricorso crescente alla deforestazione, causata in gran parte dalla richiesta pressante di mangimi per gli animali degli allevamenti intensivi. Tali metodi di allevamento favoriscono la salubrità dei terreni e la biodiversità, sostengono i mezzi di sussistenza delle popolazioni rurali, favoriscono la salute e il benessere degli animali e forniscono cibo più nutriente per i cittadini.

La Carta dovrebbe inoltre prevedere che gli eventuali e auspicati strumenti a sostegno del reddito degli allevatori vengano concessi solo a coloro che optano per metodi di produzione sostenibili e rispettosi del benessere animale, invece di elargirli indiscriminatamente.

Al fine di promuovere scelte di consumo più consapevoli da parte dei cittadini, andrebbe altresì evidenziato come metodi di produzione di cibo rispettosi del benessere degli animali siano allo stesso tempo metodi rispettosi dell'ambiente e del benessere e della salute dei cittadini. 

CIWF invierà al Ministro Martina le proprie proposte, chiedendo che vengano incorporate nella Carta durante il percorso che porterà alla sua versione definitiva all'interno di EXPO.

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